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Items filtered by date: June 2019

Signum contravviene alla regola per cui la bellezza basta a se stessa, poiché qui referenti non sono materialmente Salina, Malfa, la natura mediterranea che scivola verso il Tirreno.

E’ l’anima di una casa simbolo della Sicilia borghese del ‘900, dalla singolare identità, compendio tra l’isola maggiore e tutte le sue meteore.

 C’è tanta letteratura in quelle stanze, echi dei romanzi di Ercole Patti, stratificazioni strutturali che simboleggiano quelle culturali. Dal terrazzo che (sembra) dominare il mare, si calpesta la cantina, e questa guarda la natura intrinseca al suolo mitologico. 

L’ulivo, gli agrumi, il fico d’india, il gelsomino, si succedono nello scosceso percorso che conduce all’acqua Salina. 

Se Il viaggio incontra il desiderio di trovare il calore che leghi luogo, persone, ricordi, per un hic et nunc che diventi memorabile, Signum ne rappresenta il comune denominatore.

 

 

hotel signum

 

Pareti antiche, cimeli e pavimenti in cotto, assumono senso e valore nella passione della famiglia Caruso, dove Luca e Martina, supportati dalla madre e coadiuvati da un ineccepibile team, raccolgono la soddisfazione di ogni ospite.

Ne corrispondono consensi da ogni dove, Martina Caruso è la migliore chef donna dell’anno per la prestigiosa Guida Michelin Italia 2019.

Pochi ma ben dosati e perfettamente equilibrati gli ingredienti del suo successo.

Continuo studio per la tecnica, impiego di materie prime di grande pregio, creatività nel contegno della sobrietà.

 

Martina

Il menù degustazione di questa stagione è altalena tra spinta sapidità marina e l’acqua dolce che irriga gli orti.

Il primo binomio è quello che introduce il menù, dove dolce è una carota disidratata, reidratata, hummus, sesamo e olio alle erbe, 

 

carota

a cui segue la bagna cauda, preparazione piemontese a base di acciughe e aglio ma qui rivisitata con crema di patate e ricci di mare, la crema di patate qui smorza e tende ad equilibrare ma l’intento è palesemente spingere ai sapori più selvaggi del mare.

 

bagna cauda

La scelta dei vini di Luca, è in questa occasione volutamente orientata fuori dai vigneti regionali, fatta qualche eccezione, quale la degustazione della cantina Caravaglio, ci regala uno champagne Savart e poi Frizt Haag - Riesling Trocken 2016.

 

bottiglie

Scende il tasso di sapidità. Gambero rosso di salina marinato a caldo con bisque, fave e piselli in conserva acetica, scalogno cotto con aceto di lamponi e terra al caffè. il gambero assoluto protagonista in un piatto che ne preserva tutto il sapore, trovando il compromesso col resto degli ingredienti e le loro cotture.

 

gambero

E come in un’opera musicale, da intermezzo fanno i bottoni con crema di melanzane, brodo, nepitella, fiore al cappero e pomodorini confit.Un brodo fresco, estivo, la pasta di casa e i gli aromi dell’isola. Una coccola che riporta alla zona comfort.

 

bottoni

 

Dopo, l’exploit.

Mezzo pacchero mantecato con la tuma persa, ragù di totano e bieta croccante. 

Luca aggiunge “Il ragù viene preparato con le sue interiora, è un piatto etico volto al non spreco”. 

Non è un piatto etico, ma atavico. C’è dentro la primordialità, la rielaborazione contemporanea dell’istinto alla sopravvivenza, il gusto lascia spazio alla necessarietà. Il concetto di questa preparazione supera persino la sopraffina tecnica.                                 Di certo non può incontrare il gusto di tutti, è straniante.

 

mezzi paccheri

 

Lo sgombro della portata successiva invece, accompagna al noto o quasi. E’ con mozzarella di bufala, capperi canditi, finocchietto di mare in conserva e zuppa di olive verdi.

 

sgombro 2

Ritorno alla compostezza. Dentice al forno, laccatura alle acciughe, lattuga marinata in salamoia e poi piastrata, salsa all’arancia, arancia candita, centrifuga di lattuga e acciughe. Fresco e pulito, persiste la piacevolezza della candidatura d’arancia, e rinfresca.

 

dentice

 

La selezione di Luca in questa seconda parte del percorso ha voluto Cerasuolo d’Abruzzo Emilio pepe - 2015, Pietruacupa- Fiano di Avellino 2013, Colombaia Giulie raccolta 2019.

In ultimo, si ripropone l’antitesi dolce - salato. Rinfresca il palato un delicatissimo gelato al cappero,

 

gelato

 

 

e lascia spazio alla crostata di limone meringato, frolla con crema al limone, meringa all’italiana e liquirizia.

 

crostata

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Catania batte Palermo nella sfida tra arancino ed arancina.

Palermo, nonostante gioca in casa, incassa la sconfitta e proclama vincitore l'arancino di Uzeta Bistrò Siciliano.

 

ciccio e chef

Giuseppe Pastura e Francesco Distefano

 

Così si è appena concluso il "Pop Up Market Sicily", che nei giorni 21, 22 e 23 giugno, ha offerto tre giorni di esposizioni, postazioni di artigiani, laboratori, djset e spettacoli a Sanlorenzo Mercato.

Qui, erano allestite due postazioni da dove i competitor si osservavano: da una parte la tradizionale arancina “alla carne” palermitana, tonda, con ragù, preparata dalla friggitoria di Sanlorenzo Mercato. Dall’altra l’arancino “a punta” tipico dell’area etnea, nella proposta di Uzeta bistrò siciliano.

 

frittura

 

Lo chef, Giuseppe Pastura, ha creato l'arancino perfetto, con l'impiego di pistilli di zafferano supremo, vastedda del Belice dop, una lenta cottura della carne sfumata con vino rosso dell'Etna, e la panatura da grani antichi siciliani.

 

crudi

 

Anche i palermitani dunque non hanno potuto che cedere le armi alla rivale catanese.

Uzeta è un locale giovane, che nasce dopo la lunga ed intensa esperienza di Francesco Distefano, in giro per i locali d'Europa.

Rientrato in Sicilia Francesco desidera fortemente avviare un locale suo, dove la Sicilia e la tradizione catanese fossero il leitmotive.

 

intero

 

Il bistrò conquista i cittadini etnei in pochissimo tempo, per la capacità di proporre i piatti tipici ma con freschezza, e sempre preparati con ingredienti di prima scelta.

L'ampia scelta di cocktail e vini, il luogo che evoca storia, la meticolosità di Francesco nella gestione di ogni aspetto, decretano il successo di uno tra i locali più frequentati a Catania.







 

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Si avvicina la terza edizione di Buonissimi, l’evento di beneficenza ideato e promosso dall’Associazione Oncologia Pediatrica e Neuroblastoma – OPEN Onlus, con il sostegno della Fondazione Giuseppe Marinelli, dedicato alle eccellenze enogastronomiche del Mediterraneo per nutrire la ricerca scientifica.

 

buoni

Il 24 giugno oltre 140 realtà, tra chef stellati, aziende, ristoranti, pizzerie, gelaterie provenienti da tutta Italia, prenderanno parte a Buonissimi 2019 l’evento, dedicato alle eccellenze enogastronomiche del Mediterraneo.

Con grande entusiasmo, ha aderito l’Ambasciatore del Gusto messinese Francesco Arena, che darà un concreto contributo di solidarietà per la ricerca. 

“É un onore ed un piacere potere partecipare ad un evento così importante. Poter aiutare gli altri, soprattutto quando si tratta di bambini, - ha affermato il bakery chef - per me è fondamentale. Ci metto sempre il cuore e sono felice di dare il mio apporto per nutrire la ricerca”. 

Per l’occasione, Francesco Arena preparerà “Mediterraneo”, un panino morbido alla curcuma e pepe nero con spalmabile delle Madonie aromatizzato al miele, granella di pistacchio, acciuga di Sciacca, scorza di limone e capperi di Salina canditi. 

 

La specialità di Francesco Arena

L’evento si svolgerà il 24 giugno, a partire dalle ore 19, sulle terrazze del Lloyd’s Baia Hotel di Vietri sul Mare. Con l’edizione 2019 dell’evento si conclude la raccolta fondi per il progetto triennale di ricerca scientifica “La Biopsia Liquida nei bambini malati di tumore” al quale con l’edizione 2017 e 2018 sono stati destinati 151.670,00 euro. 

 

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Wednesday, 19 June 2019 08:14

Radici l’osteria di Accursio Craparo

 Un omaggio alla cucina domestica e al piacere della condivisione a tavola

L’ecosistema gastronomico di Accursio Ristorante raddoppia e dà vita a Radici, l’Osteria di Accursio, che aprirà le porte al pubblico a partire dal prossimo 20 giugno.  

 

accursio mezzo busto

 

Nel cuore del centro storico di Modica, in via Grimaldi, Radici quasi affianca Accursio Ristorante, stella Michelin dal 2016, Radici, inerpicandosi sulle scale che conducono al Duomo di San Pietro, patrimonio dell’Unesco. Del Ristorante, l’Osteria di Accursio rappresenterà in qualche modo un’estensione fisica, ideale e culturale. 

Il suo nome, Radici, racchiude l’essenza dell’idea: un ritorno alle origini della memoria gastronomica, alla dimensione autentica del gusto e del convivio. 

 

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Se abbiamo immaginato Accursio Ristorante come una vera e propria casa – spiega lo chef Accursio Craparo -, questa lo sarà ancor di più, e in modo trasversale. Lo sarà attraverso l’atmosfera, sobria e informale, che abbiamo cominciato a costruire sin dal restauro e dallo stile, grazie al prezioso lavoro dell’architetto Viviana Haddad, sempre capace di entrare in perfetta sintonia con il nostro approccio verso l’ospite. E lo sarà soprattutto grazie alla cucina: vogliamo che in questo spazio il cibo e il vino si facciano occasione di incontro, di condivisione informale, di divertimento”. 

Da qui, la scelta di un menu fortemente legato ai piatti del cuore, della memoria e del territorio, che se da sempre rappresentano la principale ispirazione di Accursio Craparo, qui ritrovano la loro cifra originaria, nella più esplicita ricerca della sola valorizzazione del gusto. 

 

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Dal macco di fave all’immancabile parmigiana di melanzane, dagli spaghetti con le vongole agli involtini di pesce spada, dalle arancine di riso alle polpette di carne, senza escludere i grandi classici della tavola della domenica, dal pollo al forno con le patate alla pizzaiola di pesce, la cucina della terra e quella del mare si incontreranno anche qui come già fanno ogni giorno sulla tavola di Accursio Ristorante:

La tradizione di tutta l’Isola è allo stesso tempo quella del contadino e quella del pescatore. Sono cresciuto assorbendole entrambe e i profumi della mia casa, della mia infanzia, sono quelli a cui la mia memoria continua a tornare ogni volta che accendo i fornelli: è il legame che celebrerò con questo nuovo progetto, un tributo alla memoria e, appunto, alle RadiciCol desiderio di rievocare anche nella memoria degli ospiti l’emozione dei profumi familiari e il piacere di riappropriarsene, ogni volta che vorranno”.   

Accursio Radici aprirà in via Grimaldi 55 e dal 20 di giugno sarà pronto ad accogliere il pubblico a pranzo e a cena.  

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Due eccellenze siciliane, due aziende fortemente legate all'Isola - entrambe figlie di testardi sognatori siciliani – insieme per dare vita ad un percorso enogastronomico d’eccezione.

L’azienda Marco De Bartoli e l’azienda Charleston si incontrano per la prima volta per rendere omaggio ai suoi fondatori, a coloro che con tenacia e determinazione continuano a sognare portando avanti la propria storia. E lo fanno nel modo che gli è più familiare: provando ad emozionare attraverso la degustazione dei propri vini e dei propri piatti.

 

charleston sede attuale 2

Giovedì 20 giugno il ristorante Charleston organizza “La Sicilia dei sognatori. I vini di Marco De Bartoli al Charleston”, la cena in cui i piatti dello chef dell’executive chef del ristorante Santino Corso, creati per l'evento, saranno abbinati ad una selezione di vini da Grillo della cantina di Marsala.
In un percorso che, partendo dal vitigno principe dell'Isola, ne rivelerà tutte le sue declinazioni, dalle bollicine del Terzavia Metodo Classico fino al celebre Vecchio Samperi, raccontati da Gipi De Bartoli.

 

Chef Santino Corso

 

Con alcune chicche, come il Terzavia Cuvèe Riserva VS, incontro territoriale tra due visioni di Grillo, la tradizione del Vecchio Samperi e l'innovazione dello spumante metodo classico, abbinato ad un’esplosione di sapori del mare come “Cannolicchi e Bocconi di mare cotti, crudi e da bere”. O, ancora, la possibilità di aggiungere ad integrazione della degustazione, su richiesta, due fiori all’occhiello di De Baroli: Bukkuram Padre della Vigna 2012 e il Marsala Vergine Riserva 1988. 

 

Charleston

 

Da un lato la creatività vulcanica del giovane chef Corso, dall'altro i vini di un uomo caparbio e geniale, che ha rivoluzionato nei decenni scorsi il vino siciliano: Marco De Bartoli. 

 

 

La serata ha un costo di 70 euro (bevande incluse) è riservata ad un numero limitato di persone, pertanto è necessaria la prenotazione. Per info e prenotazioni: info@ristorantecharleston.com – 091450171. 

 

 

IL MENU DELLA SERATA

Amuse Bouche

Marco De Bartoli - Terzavia Metodo Classico, 2016

Gambero rosso e cannolicchi di mare cotti, crudi e da bere

Marco De Bartoli - Terzavia Cuvèe Riserva VS

Cannellone con gamberi rosa del mediterraneo, tenerumi, aglio fermentato, provola e bottarga

Marco De Bartoli - Grappoli del Grillo, 2017

Ventresca di tonno alle erbe di mare, angostura e cedro candito

Marco De Bartoli - Integer Grillo, 2017

Pre-dessert

Crema al kaffir lime, gelato di fichi, capperi, mandorla e anelletti siciliani croccanti

Marco De Bartoli - Vecchio Samperi

Ad integrazione della Degustazione, su vostra richiesta i seguenti vini da meditazione:

Bukkuram Padre della Vigna, 2012
Marsala Vergine Riserva 1988

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Il Cortile Delle Officine - Alta pizzeria e Grill, apre al pubblico l’incantevole atrio in via Villa Rosato 22 a Palermo.

Giovedì 20 giugno,  alle ore 19:00, si inaugura lo spazio dedicato alla pizza e agli amanti del grill.

Materie prime di qualità, dalle farine di grani antichi made in Italy a carni selezionate. 

L’idea nasce dai titolari Pablo Sebastian Romano e Filippo Genovese

 “Abbiamo pensato a un luogo intimo dove potere trascorrere una serata gustando ottime pizze, carni di qualità e buon bere”.

Una parte del Cortile verrà riservata all’area aperitivo con differenti proposte di drink Mixology realizzate dai bartender e abbinate a varie proposte della cucina de “Il Cortile”. 

Il Cortile sarà animato dal sottofondo musicale e da gruppi live che si alterneranno secondo una precisa programmazione.

La particolare attenzione alla cura dei dettagli darà vita a pizze appositamente studiate dal Maestro pizzaiolo Vincenzo Mineo nei diversi abbinamenti, al fine di esaltare i sapori del territorio, in un equilibrio prefetto.

 

Il Cortile Delle Officine

Per info e prenotazioni 

+39 091 6889535

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L’obbligo di indicare la provenienza del grano in etichetta, ha aumentato il valore del frumento italiano del 20%.

Entrato in vigore poco più di un anno fa il decreto interministeriale sull’origine del grano, è diventata obbligatoria l’indicazione in etichetta della provenienza della materia prima utilizzata nella pasta. Il provvedimento ha favorito il mercato italiano e la trasparenza per il consumatore, che negli ultimi decenni si affidava a grandi marchi italiani nella convinzione che questi utilizzassero materie prime nazionali.

 

Barilla logo

E invece i colossi dell’industria della pasta, tra cui Barilla, acquistavano a buon prezzo dal lontano Canada, dove è consentito l’uso massiccio di glifosate.

Secondo i dati Coldiretti, si è impennata la produzione di paste 100% di grano italiano, e contemporaneamente il crollo delle importazioni dal Canada, dove gli agricoltori hanno deciso di coltivare il 18,8% in meno di terreno a grano duro rispetto allo scorso anno. Il dato arriva dall’Istituto di statistica canadese, che certifica comunque il primato produttivo planetario del Paese.

 

pasta copia

L’Italia è invece il principale produttore europeo, e il secondo produttore mondiale di grano duro destinato alla produzione di pasta. Puglia e Sicilia da sole, rappresentano circa il 40% della produzione nazionale.

 

protesta

Nonostante ciò, gli agricoltori che in Sicilia si occupano di cerealicoltura, si sono di recente resi protagonisti di una protesta per l’aumento del prezzo grano duro ad almeno 37 centesimi al chilo rispetto agli attuali 17.

Continuando ad essere la parte debole di una filiera dove a dettare legge è l’industria.

 

 

 

 

fonte 

https://www.foodweb.it/2019/05/aumenta-il-valore-del-grano-duro-italiano/?fbclid=IwAR0CMYFR_VD65iYML8hTjd5ANS4X63NJMzWwZRx5u4tOJQpJA6JPXxSXKq0

 

 

 

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Monday, 10 June 2019 09:03

Food Blogger, per lavoro o per diletto

 

Reinventarsi o realizzare un desiderio? E magari farlo col sorriso, in un percorso colorato e divertente.

  La scuola di cucina Buffettieri, fondata di recente a Catania, è nuova tappa di un percorso di crescita personale e professionale della cuoca di origini pugliesi Fiorella Chiello.

 

fiorella

Un team di docenti altamente qualificati ha aderito al progetto formativo, configurando sin da subito il livello di professionalità della scuola.

Ma qui il cibo non è solo tecnica ed ingredienti, è una visione ad ampio raggio, che include tutte le professionalità dedite a questo settore. 

La comunicazione sui social di ciò che si mangia e/o si cucina è ormai virale, e coinvolge tutti, anche i non addetti al settore.

 

sala

“Il” o “la” blogger di cucina è adesso una figura riconosciuta, se ha trasmesso o trasmette contenuti apprezzati ottiene seguito (follower). I casi di assoluto successo, Chiara Maci e Sonia Peronaci per citare le più popolari, hanno dato il via al crescere incontrollato di pagine web personali, dove ognuno racconta il cibo con stile personale.

dolci

Ma non basta creare un sito, in un oceano di crostate e soufflè, bisogna faticare per trovare un piccolo spazio personale.

Bisogna fare la differenza, e anche in questo campo la formazione diventa necessaria.

Il mini corso da food blogger prevede lezioni teoriche integrate, tra comunicazione verbale e visiva, e la conseguente applicazione durante i momenti di preparazione manuale, che coinvolgeranno ogni partecipante.

Federica Genovese, con il supporto per la parte immagini di Alfio Bonina, affronterà i temi più importanti per poter avviare la comunicazione scritta sui social.

 

 

arancino

 

Un percorso dinamico, in cui si alternano fasi teoriche e pratiche, parole e immagini, preparazione del cibo ed immediata condivisione sui social.

Il programma dettagliato  https://www.buffettieri.it/lesson/food-blogger/

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 Un omaggio alla sua Sicilia, a quell’immenso territorio che è insieme patrimonio naturale e culturale, che nell’esaltazione della forma, pura ed essenziale, intende rinnovare un appello anche alla custodia, alla salvaguardia di ciò che nei secoli l’incuria dell’uomo ha contaminato, modificato e distrutto. 

 

copertina

 

 

Questo il leit motiv della nuova collezione di piatti “Sicilia Mia Natura” del designer ragusano Peppino Lopez, una capsule collection, composta da quattro serie: Brezza Marina, Ceppo, Lava,  Radici. E’ la Sicilia che è insieme mare, terra, fuoco e aria, come i quattro elementi naturali, foggiata con mani sapienti e generose, utilizzando a supporto solo elementi raccolti da un sottobosco che ha l’odore del legno bagnato di rugiada, dalle lingue di fuoco che rugano i fianchi del vulcano più alto d’Europa, dalla battigia di una spiaggia, disegnata dalle maree. Una Sicilia che è anche memoria e storia, che affonda le sue radici nelle tante sovrapposizioni di usi, tradizioni e contaminazioni culturali dei popoli che l’hanno abitata.    

 

 

brezza marina

 

 

Sono 16 piatti – scultura quelli di Lopez (quattro per ogni serie) contraddistinti dalla forza del segno che rievoca immagini intimamente legate alla terra di Sicilia. Sono pezzi unici, forgiati a mano, senza l’ausilio stampi, dove l’imperfezione è voluta ed è caratteristica intrinseca di ogni singolo oggetto, lontano dal senso di produzione industriale; sono sono piccole opere d’arte artigianali lasciate volutamente bianche e  “pure” per esaltare con semplicità quell’ eleganza propria della perfezione di Madre Natura.

 

 

ceppo

 

 

La serie Brezza Marina nasce dal ricordo d’infanzia della bianca schiuma delle onde di tempesta sulla costa sabbiosa e ritrova nelle fitte increspature il segno di quei ciottoli di mare, appena levigati dalle onde, lisci, dalla forma regolare ovale, impugnati da Lopez per modellare la materia prima con grande maestria.

La serie Ceppo è invece l’omaggio alla terra con cerchi irregolarmente concentrici, realizzati con un semplice ramo di albero, che rievocano le energie vitali, quelle da cui tutto nasce e si trasforma.

 

 

lava

 

La serie Lava è tutta dedicata alla “Montagna”, che sa essere tanto generosa quanto impietosa, e lancia un monito, quasi a voler ricordare l’impotenza umana di fronte a Madre Natura, che sa dare e togliere.  Ecco spiegati i tratti più potenti, forti e ruvidi di questi piatti realizzati con l’ausilio di pietre di lava raffreddata. 

E infine, Radici, l’elemento più immateriale della collezione, che esprime la forza tangibile del libero arbitrio. Le linee, realizzate a mano, rievocano le diramazioni arboree che legano, saldano e riportano l’uomo alla sua centralità e alla sua capacita di discernimento. 

 

 

radici

 

Collezioni al limite tra artigianato e design dove l’attenzione per il dettaglio non è più rivolta al decorativismo lezioso quanto alla poetica dell’arte manuale. 

Da semplice oggetto il piatto diventa quindi protagonista della tavola: che esalta l’aspetto di ciò che viene servito, al ristorante come a casa propria. Un piatto inteso non solo come oggetto (contenitore) bensì come prodotto di design capace di veicolare un messaggio di denuncia e di riflessione) ma anche, abbinato al cibo, narrare atmosfere e rievocare immagini. 

 

 

 

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