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Piadina all'olio d'oliva
La ricetta della piada romagnola parla siciliano con la farina da grano duro perciasacchi!
Già, perché siamo così ghiotti di impasti da fare nostre anche tutte le ricette oltre lo stretto che ci piacciono di più. La mia ricetta della piadina romagnola-siciliana è nella versione light, ovvero con l'olio evo al posto dello strutto. E inoltre la farina biologica di perciasacchi Antichi Granai è integrale, dunque leggera e ricca di fibre.
E' molto semplice con questa ricetta preparare a casa la piadina, il procedimento è facile e veloce e tra gli ingredienti non c’è il lievito, dunque un’ottima soluzione per sostituire il pane o la preparazione del pane quando non si ha lievito.
INGREDIENTI
(per 4 piade)
250 gr farina biologica perciasacchi Antichi Granai
130 gr acqua
25 gr olio extravergine d'oliva
1 cucchiaino sale
PREPARAZIONE
- Versare la farina in una ciotola, aggiungere il sale e l’acqua, iniziare ad impastare, e poi aggiungere anche l’olio.
- Impastare fino ad ottenere un panetto liscio ed elastico.
- Ricoprire con un canovaccio e lasciare riposare almeno mezz’ora.
- Spostare l’impasto sulla spianatoia e dividerlo in quattro parti uguali.
- Lavorare ogni porzione in modo da creare una pallina, quindi schiacciarla con il palmo della mano
- Poi stirare con il mattarello lungo (lo trovi qui https://amzn.to/2ySxj3n) fino a che raggiunga lo spessore di 2-3 mm.
- Procedere così con ogni porzione di pasta.
- Scaldare una padella antiaderente e cuocere le piade una alla volta, su entrambi i lati, rigirandole spesso.
- Farcire a piacere.
Pane integrale con lievito madre
La ricetta del pane fatto in casa è quella più richiesta in questo periodo, e quella con lievito madre è il massimo per chi vuole realizzare un ottimo prodotto. Ma non tutti dispongono del lievito madre e per questo c’è bisogno dell’alternativa ovvero il lievito di birra.
Per fare il pane però servono anzitutto farine di altissima qualità, come queste che utilizzo qui: perciasacchi e russello integre Antichi Granai.
E sicuramente l’unione fa la forza…ed il gusto! Per questo preferisco miscelare più varietà di grani antichi siciliani ed ottenere sfumature di gusto intense e sempre particolari.
La ricetta del pane con lievito madre che vi propongo qui, ha un procedimento medio lungo e prevede più lavorazioni dell’impasto, però il risultato è garantito, e per adesso che di tempo a disposizione ce n’è tanto è meglio approfittarne per imparare l’arte! E per capire meglio tutti i passaggi ti consiglio di guardare il video tutorial che ho realizzato su youtube https://urly.it/354j3
Dai un’occhiata anche alla ricetta di pane solo perciasacchi https://urly.it/354hw
INGREDIENTI
600 gr farina russello Antichi Granai
400 gr farina perciasacchi Antichi Granai
750 gr acqua
100 gr lievito madre (o 10 gr lievito di birra)
20 gr sale
PREPARAZIONE
Il procedimento di preparazione e lievitazione ha durata di circa 8 ore, che potrebbero protrarsi in giornate molto fredde o al contrario accorciarsi di un’ora circa d’estate.
- Per prima cosa, spezzettare il lievito e scioglierlo in tutta l’acqua con le mani.
- In un’altra ciotola miscelare per bene le farine, poi piano piano versarle nella ciotola con l’acqua e nel frattempo iniziare a lavorare con le mani, per far prendere tutta l’acqua alla farina.
(in planetaria versare l’acqua con il lievito sulla farina ed impastare per circa 5-8 minuti)
- Aggiungere il sale in due riprese ed impastare con i pugni, per almeno 20 minuti.
- Quando l’impasto è abbastanza elastico ed omogeneo, stendere su una spianatoia e fare le pieghe a tre per due volte.
- Chiudere tutte le pieghe e creare un panetto, riporre in una ciotola con il fondo già infarinato, coprire con un canovaccio umido e far lievitare in forno spento per tre ore.
- Riprendere l’impasto e fare di nuovo due giri di pieghe a tre, procedere come prima in ogni passaggio e far lievitare ancora 3 ore.
- Togliere l’impasto lievitato dal forno e capovolgere sulla spianatoia infarinata
- Dividere l’impasto in 4 parti se si preferisce un pane più basso, altrimenti in due.
- Procedere alla formatura dei filoni e riporli su carta forno infarinata
- Coprire con canovacci puliti e lasciare lievitare ancora due ore
- Preparare il forno alla massima temperatura, incidere i filoni con dei tagli ed infornare per un’ora.
Pan d'arancio
Il pan d'arancio è un dolce tipico della tradizione siciliana, che conquista perché è semplice ma pieno di gusto, il gusto marcato ed intenso dell’agrume.
La particolarità consiste nell’impiego del frutto per intero, dunque non il succo o la scorza, ma l’aggiunta nell'impasto di arance intere, buccia compresa. Questo fa in modo che il sapore d’arancia nella della torta sia molto intenso. La condizione necessaria è però che si tratti di arance da coltivazione biologica, non trattate in superficie.
Quindi, oltre ad essere un dolce delizioso è anche un modo goloso per utilizzare eventuali arance molto mature.
Il pan d'arancio si realizza in modo facile e veloce e tutti possono prepararlo, basta avere a disposizione un buon mixer che possa frullare bene le arance, ed una frusta elettrica.
Ho utilizzato una varietà di arance bio siciliane dalla polpa e dalla buccia più scura, chiamata appunto “il moro”, ma purchè sia biologico vanno bene anche altre varietà.
La torta di arancia, morbida ma piacevolmente umida, è perfetta per la colazione e la merenda.
INGREDIENTI
400 gr arance bio
280 gr farina di maiorca Antichi Granai
120 ml latte
100 ml olio di semi
230 gr zucchero
4 uova
2 cucchiaini di lievito per dolci
½ bacca di vaniglia
Un pizzico di sale
Per decorare
Marmellata bio d’arance
Scorzette candite
PREPARAZIONE
- Lavare, asciugare e tagliate le arance a spicchi, quindi a pezzi, senza sbucciarle. Privarle dei semi e raccoglierle in un mixer insieme all’olio e al latte.
- Montare le uova con lo zucchero, la polpa prelevata dalla bacca di vaniglia, ed un pizzico di sale, per circa 10 min o comunque finchè non risulterà un composto bianco e spumoso.
- Versare a cucchiai la farina setacciata con il lievito, continuando con la frusta finchè avrà incorporato tutta la farina.
- Aggiungere l’emulsione di arance, e amalgamare ancora con la frusta l’impasto.
- Foderare una teglia del diametro di 22 cm, versare l’impasto e cuocere a 180° per 50 min.
- Decorare con un velo di marmellata e scorzette candite.
Pennette semintegrali con alici e carciofi
Ora può capitare, e capita sempre più spesso, che alcune famiglie siano divise dalla scelta della pasta da consumare. Chi si è convertito all’integrale (in genere è la donna ad essere più sensibile al richiamo della genuinità), chi invece considera roba da dieta dimagrante la pasta scura (il resto della famiglia!).
Per stimolare i più scettici, al consumo della pasta prodotta con farina integra, si può ricorrere alla via di mezzo, la linea semintegrale dell’azienda Antichi Granai.
Ha colore e sapore meno “aggressivi” per chi non è abituato al vero gusto del chicco di grano.
La semola di grano antico siciliano perciasacchi, viene molita a pietra senza asportazione del germe, conservando così tutte le caratteristiche organolettiche e nutrizionali del grano. Proteine, vitamine (B1,B2,PP,B6), magnesio, calcio, ferro, sali minerali ed altri oligoelementi naturalmente presenti nel germe sono assimilati dall’organismo quando scegliamo di consumare abitualmente i prodotti integrali o semintegrali.
L’idea errata, che si è diffusa negli ultimi decenni, sulla superiore bontà della pasta bianca, è solo uno dei tanti successi dell’industria alimentare che ha voluto l’appiattimento del gusto.
Un filo di buon olio extravergine d’oliva deve ad esaltare il gusto pieno e variegato della pasta Antichi Granai.
Ma cimentarsi in ricette stagionali sempre diverse appaga sicuramente di più, ed accelera il processo di accettazione e gradimento in tutta la famiglia!
INGREDIENTI
400 gr penne di perciasacchi semintegrali Antichi Granai
100 gr farina integrale perciasacchi Antichi Granai
200 gr alici freschissime già pulite
30 gr uva passa siciliana
6 carciofi
1 limone
Mezzo bicchiere di vino bianco
Sale integrale siciliano
Olio evo
PREPARAZIONE
- Sciacquare l’uvetta in un colino e poi ammollare in acqua tiepida per circa 20-30 min., dopodichè strizzare ed asciugare.
- Lavare per bene le alici con acqua e sale, far asciugare tutta l’acqua tamponandole con carta assorbente.
- Mondare i carciofi ricavando la parte più tenera, i cuori. Tagliarli a spicchi e lasciare in acqua fredda e succo di limone per circa 15 minuti.
- Scolare, asciugare per bene sotto l’acqua corrente.
- Scaldare l’olio in una padella antiaderente, appena è ben caldo versare i carciofi e l’uvetta, rosolare circa 5 min, aumentare la fiamma e sfumare con il vino bianco, rimoderare la fiamma e completare la cottura. Spegnere e lasciare nella stessa padella.
- Nel frattempo, passare le alici ben asciutte nella farina di perciasacchi, scuoterle in uno scolapasta per eliminare la farina in eccesso e friggerle in olio bollente. Appena cotte, con una paletta forata, raccogliere e passarle nella padella con i carciofi. Con una paletta di legno mescolare per amalgamare il condimento.
- Bollire l’acqua a cuocere la pasta al dente, riavviare la fiamma della padella e man mano versarvi la pasta. Continuare gli ultimi minuti di cottura delle penne in padella, aggiungendo qualche cucchiaio d’acqua di cottura.
- Completare il piatto a piacimento con prezzemolo tritato o finocchietto.
"Tiraddittu", l'azienda Valpilieri recupera un altro grano antico siciliano
Sorprendente l’agrobiodiversità siciliana, che ci regala sfumature di colori, odori e sapori in gradazioni innumerevoli.
Il mio cammino alla ricerca dei grani antichi siciliani, dell’autenticità del lavoro contadino, delle gemme preziose di madre natura, non può trovare confini in un’isola dove terra, mare e profondità vulcaniche sono antologia del pianeta terra.
Il grano antico siciliano ‘maiorca’, fino ad ora inteso solo quale grano tenero, è l’unica varietà di frumento “bianco” ripreso dai contadini negli ultimi anni.
Dalle varietà siciliane, in un percorso a ritroso, si sta svoltando alla varietà locale. La vera peculiarità della regione sta proprio qui, come per i dialetti, diversi nel raggio di 5-10 km, anche per i vegetali tra una contrada e l’altra, il terreno si presta meglio a questa o quella varietà, o persino la stessa varietà assume diverse caratteristiche.
Divulgare questa ricchezza rientra, suppongo, tra le mie “missioni”.
Adesso che ho scoperto una nuova, straordinaria, varietà di grano tenero, voglio condividere con voi le sue caratteristiche, i benefici del consumo, i profumi, i sapori, gli usi.
L’azienda agricola Valpilieri®, situata nel territorio di Niscemi (CL), ha selezionato un grano antico locale, coltivato da sempre nelle loro terre.
Il termine dialettale è “tiraddittu”, che per loro scelta commerciale diventa marchio Tiraditto.
E’ un grano tenero con glutine leggero, molto ricco in sali minerali e oligoelementi, funzionali e benefici per il nostro organismo.
La farina di Tiraditto possiede alti contenuto di selenio e magnesio, ed è preziosa fonte di fosforo, necessario per la crescita e lo sviluppo osseo dei bambini.
E’ ideale per la panificazione, la pizza casalinga ed i forni professionali. Sublima ogni dolce.
(Immagine di proprietà azienda agricola Valpilieri®, tutti i diritti sono riservati)
Presenteremo il prodotto in un corso in cui ci si metterà direttamente alla prova pratica con gli impasti.
La lezione sarà tenuta da Giovanni Zuccarello, chef e consulente per la prestigiosa Pizzeria Sazi e Sani.
Il locale, primo forno a Catania ideato per la divulgazione di prodotti a base di grani antichi, con lievitazioni lunghe, è il luogo che ospiterà l’evento.
Lo chef del locale Sazi e Sani, già da molto tempo impiega la farina di grano Tiraditto. Giovanni seleziona con gradissimo rigore la qualità delle materie prime, non solo per gli impasti. Prodotti artigianali e di alto valore qualitativo accompagneranno la degustazione dei lievitati.
Il corso è teorico-pratico, ogni partecipante metterà le “mani in pasta” facendo esperienza diretta delle caratteristiche della farina di Tiraditto.
Continuiamo insieme la ricerca e la scoperta del nostro patrimonio di biodiversità, ma per apprezzarlo realmente bisogna riconoscerlo e saperlo valorizzare, dietro indicazioni di chi ne ha già competenza.
Posti limitati!
Per info e prenotazioni inviare una mail a fooditinera@federicagenovese.com
Crostatine pistacchio e melagrana
La mia campagna di divulgazione sui benefici apportati dal consumo di melagrana, subisce l'influenza di quella condotta da una carissima amica con la quale sono lieta di collaborare.
Paola Nicolosi è l'imprenditrice siciliana che ha brevettato la "spremisalute", una macchina elettrica da cui facilmentre si estrae il potere benefico del frutto. (1*)
Bere il succo di melagrana apporta enormi benefici alla salute, è infatti in grado di curare e prevenire numerose malattie.
La più nota delle sue proprietà è l'azione antitumorale. La presenza di tannini e polifenoli, in grado di proteggere contro la genesi o la progressione di diversi tipi di tumore, in particolare quello alla prostata e del seno, ma anche nei confronti del tumore della pelle, le antocianine infatti, sono in grado di contrastare efficacemente i danni provocati dai raggi UV. (2*)
Uno studio recente, fa invece sperare sulla guarigione da malattie infiammatorie croniche intestinali, il morbo di Crohn e la colite ulcerosa. Una speranza anche di migliori cure in futuro arriva da una nuova ricerca guidata dall'Institute for Steam Cell Biology and Regenerative Medicine (inStem) di Bangalore, in India, e dall'Università di Louisville, negli Usa: individua la chiave per contrastare queste patologie in una molecola, un metabolita microbico che deriva dalla melagrana, l'urolitina. L'urolitina rafforza la funzione di barriera intestinale, considerato che la permeabilità dell'intestino è proprio una delle alterazioni correlate a queste patologie. (3*)
(2*) https://www.ilgiornaledelcibo.it/melagrana-proprieta-e-controindicazioni-intervista/
CROSTATINE CON MARMELLATA DI MELAGRANA.
La ricetta è stata realizzata in collaborazione con lo chef Ettore Moliteo.
Per la preparazione della marmellata vai al link. https://www.federicagenovese.com/index.php/le-mie-ricette/item/66-marmellata-di-melagrana
INGREDIENTI
500 gr farina di maiorca Antichi Granai
300 gr burro
100 gr zucchero a velo
150 gr farina di pistacchi
1 gr di sale
95 gr di tuorli
PREPARAZIONE
Miscelare la farina di maiorca e quella di pistacchi, versarle su una spianatoia e sistemare a fontana. Al centro versare i tuorli con lo zucchero ed il sale, battere con una frusta e pian piano allargarsi per amalgamare le farine. Aggiungere il burro a tocchetti ed impastare fino a rendere l’impasto liscio ed omogeneo. Avvolgere il panetto nella pellicola e fare riposare in frigo un’ora.
Imburrare ed infarinare gli stampi per crostatine, stendere l’impasto con il matterello. Sistemare le basi negli stampi e riempire con la marmellata. Reimpastare velocemente gli scarti di frolla, stendere e con il tagliapasta ricavare le listarelle da decorazione.
Infornare per circa 25 min. A 180°.
Torta con crema alle nocciole
L’adolescenza è quel periodo dell’esistenza che si può affrontare solo in due modalità, sentirsi sopraffatti oppure onnipotenti.
Io, l’ho vissuta seguendo la seconda opzione.
Questo senso di onnipotenza derivava dal fatto che alle spalle si avessero delle famiglie che ci coccolavano come fossimo ancora bambini.
Grazie a loro, sia io che le mie compagnie, disponevamo sempre di quella modesta quantità di soldi che ci permetteva di acquistare e provare tutte le novità dell’industria alimentare, reclamate nell’ultimo spot (quindi la pubblicità aveva appieno centrato i suoi obiettivi).
Pomeriggi e serate trascorse ad ingurgitare di tutto. Sì, lo ammetto, ho avuto eccome un passato da alimentazione assolutamente non sana!
Fortunatamente però ero circondata da persone sane, molti adulti che mi indirizzavano a quella che sarebbe diventata la mia strada.
Io avevo già la passione per la cucina, che esprimevo specialmente nella pasticceria casalinga.
Una ricetta che da allora mi porto dietro è quella della torta di nocciole. La preparò la mamma di un’amica per il suo compleanno, mi pare che ne avessimo 16 di anni allora. Lo stupore dove non mi sarei aspettata. Le chiesi immediatamente la ricetta, appena la assaggiai (e visto che mi dovetti limitare ad una solo fetta!).
Il più elaborato prodotto dolciario da banco del supermercato, non ha retto negli anni il confronto col più semplice pan di spagna dove predomina il gusto legnoso della nocciola.
Certo, la mia indole continua a propendere per la golosità estrema, e infatti quella ricetta negli anni l’ho rivista. Non che semplice non sia già buonissima, ma provate questa versione squisita con il cuore di crema al cioccolato e nocciole.
INGREDIENTI
Per la torta
160 gr farina di maiorca Molino Amoruso
200 gr nocciole tostate
160 gr zucchero di canna
150 gr burro
125 gr fecola di patate bio
4 uova
1 bustina lievito per dolci bio
1 pizzico di sale integrale
Per la crema di nocciole
160 gr latte
200 gr cioccolato fondente
150 gr nocciole
160 gr zucchero
90 gr olio d’oliva
PREPARAZIONE
Crema di nocciole
- Tritare in un mixer abbastanza potente le nocciole con lo zucchero, aggiungere il cioccolato ridotto in piccoli pezzi e tritare tutto insieme fino ad ottenere una pasta uniforme.
- Versare a filo il latte, sempre con il robot azionato, e poi l’olio d’oliva.
- Continuare ad emulsionare finchè la crema sarà densa e corposa.
Impasto torta
- Tritare finemente le nocciole per ottenere una farina.
- Sciogliere il burro a bagnomaria e lasciar raffreddare.
- Sbattere con una frusta elettrica alla massima velocità tuorli, zucchero ed il pizzico di sale, per circa un quarto d’ora e fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso.
- Setacciare la farina con il lievito ed aggiungere poco alla volta alle uova, mescolando con un cucchiaio, lentamente e dal basso verso l’alto.
- Procedere allo stesso modo con la farina di nocciole.
- Alla fine amalgamare per bene il burro.
- Imburrare ed infarinare una teglia del diametro non superiore a 24 cm.
- Versare metà del composto, alternare con uno strato interno di crema alle nocciole e ricoprire con l’altra metà.
- Infornare a forno preriscaldato a 180° per circa 45 min.
- Spolverare con cacao amaro in polvere
Ciambella all'arancia e cioccolato.
L’olio essenziale degli agrumi siciliani, che si esprime in fragranza, cadenza le stagioni.
Esplode quando i polpastrelli scostano la buccia, o la lama del coltello la ferisce.
Il limone fiorisce le quattro stagioni, ma verdello è estate.
Le arance, la bionda arriva nel tardo autunno per lasciare in inverno ampio spazio al sanguigno tarocco, il mio preferito.
Il mandarino addobbava il presepe, quando questo era povero. Le suore, al convento delle mie zie, usano ancora così.
Le scorze degli agrumi possiedono un valore inestimabile, quasi mistico, e mille virtù. Largo è il loro impiego in cucina, col dolce e col salato, regalando sentori di spiccata mediterraneità.
Utilizzare la buccia di un agrume vuol dire però essere coscienti che questa non sia stata trattata, o tutti gli effetti saranno vanificati.
Giosuè Arcoria, giovane agricoltore che da 20 anni porta avanti l’azienda di famiglia, da sempre nel settore agrumicolo, è più che un fornitore di fiducia. La sua produzione biologica di arance che crescono guardando l’Etna, risente della passione con cui egli stesso se ne prende cura. La scorza dei suoi agrumi è schietta quanto lui, e onora le mie pietanze.
Dalla città barocca capitale del cioccolato, Modica, Giovanni Cicero sperimenta continuamente su cacao, esotico secolarmente ambientato, e carrubo, autoctono racconto di un paesaggio mitico.
Ciokarrua infatti ha nome la sua officina, mia prediletta fabbrica del cioccolato.
Una farina di grano maiorca fine, che non vuol dire raffinata bensì semi integrale, è quella che mi ha fatto recapitare Gaetano Amoruso. Il suo mulino macina a pietra e no, in ogni caso ad arte.
E macina grani biologici, che coltiva nel territorio di Agira (EN), dove clima, terreno e semi di grani fanno l’amore.
D’inverno il forno s’accende ben volentieri, il profumo degli agrumi che invade d’un tratto la cucina mette di buon umore, la cioccolata è una coccola irrinunciabile. Il grano tenero, lo dice la stessa definizione, pretende che gli rendiamo tenerezza come sofficità, quella di un dolce che tutti possono permettersi, ma che certamente con grande qualità di materia prima, cambia status.
INGREDIENTI
- 250 gr farina di maiorca semi integrale MOLINO AMORUSO
- 200 gr zucchero di canna integrale
- 70 gr latte fresco intero
- 3 uova
- 100 gr burro artigianale Caseificio LA CAVA
- 150 gr cioccolata CIOKARRUA
- 1 cucchiaio cacao amaro in polvere
- 1/2 bacca di vaniglia
- 2 arance biologiche Az. AGRICOLA ARCORIA
- 1 bustina lievito bio
PREPARAZIONE
Nella planetaria versare le uova e la buccia grattugiata finemente delle arance, aggiungere lo zucchero ed impastare a velocità moderata per circa 15 min. Nel frattempo tagliare in due metà la bacca, prelevarne la polpa ed aggiungere.
Sciogliere il burro a bagnomaria e lasciar raffreddare.
Al composto di uova e zucchero, aggiungere a cucchiate la farina, poco per volta, procedere alternando alla farina anche il latte ed il burro, affinché il composto si mantenga sempre morbido.
Per ultimi, il cacao in polvere ed il lievito.
Ridurre a scaglie la cioccolata con un coltello, staccare la ciotola dalla planetaria, ed amalgamare l’ultimo ingrediente con l’aiuto di un cucchiaio.
Foderare la tortiera con burro e farina, versare lentamente l’impasto e cuocere a forno preriscaldato a 180° per circa 40 min.
Pizza in teglia di grani antichi
Quanto vale l’improvvisazione in un’ambito tanto delicato quale quello dei lievitati?
Personalmente ritengo nulla o quasi.
Lo sanno bene, molto bene, gli stessi addetti ai lavori (seri) che nonostante pratichino da anni l’arte bianca, si trovano a dover ammettere la propria impreparazione quando si cimentano nell’utilizzo delle farine da grani antichi siciliani.
Francesco Arena, ormai esperto bakery chef in materia di grani antichi, ha egli stesso raccontato, durante il corso del 16 novembre, che quando iniziò le prime sperimentazioni con semole integre da grani antichi siciliani, gli sembrava impossibile poterci lavorare.
La conosco benissimo quella semi-disperazione, io che non ero nemmeno del mestiere, amatrice appassionata di impasti, lievito madre e lievitazione, che sprofondavo nello sconforto ai primi tentativi di impasto coi grani antichi.
Eppure avevo seguito dei corsi, studiavo dai libri. E tutto filava liscio fin quando si trattava di miscelare comune semola di grano duro e 00.
Ma la voglia di vincere la sfida era più forte di ogni sconfitta, il desiderio di nutrirmi degli straordinari grani di Sicilia ha fatto sì che trovassi la via. Una delle poche che posso essere certa di non abbandonare più.
Certo, trovare mulini che con la loro esperienza e passione riescano a molire farine di alta qualità, è fondamentale alla riuscita delle ricette.
Con i prodotti dei Molini Riggi,( http://www.moliniriggi.it/prodotti/) certamente è più semplice trovare equilibri nelle dosi ed una giusta elasticità negli impasti.
Francesco Arena poi ne è assodato praticante, anche per questo tutto quello che abbiamo creato durante il corso era davvero speciale. O forse anche perché Marco Riggi, proprietario del mulino, era lì a coccolare con lo sguardo le sue farine?!
Tumminia, Perciasacchi, Maiorca, Russello, Bidì, le varietà di semole del molino; per la pizza però ho scelto di miscelare Maiorca e Bidì, ne pregustavo già la fragranza.
Il gusto fresco e crudo del pomodoro Casa Morana, la mozzarella per pizza del Caseificio La Cava, ed un il filo d’olio evo Grottafumata, a condire ed esaltare il profumo dei migliori grani antichi siciliani.
Pizza in teglia con farine da grani antichi siciliani maiorca e bidì
300 gr farina di maiorca Molini Riggi
700 gr farina di bidì Molini Riggi
600/700 gr acqua
20 gr sale marino
5 gr miele
5 gr lievito di birra
PREPARAZIONE
Sciogliere il lievito sbriciolato in acqua, aggiungere il miele, sciogliere.
Miscelare le due varietà di farine, versare nell’acqua poco per volta, impastare nella planetaria per 20/25 minuti aggiungendo verso la fine il sale.
Far riposare l'impasto per 30 minuti in una ciotola coperta da pellicola. Spezzare l'impasto e formare più panetti.
Riporre in un contenitore e sistemare in frigo per 12/18 ore.
Stendere su teglia, condire a piacere ed infornare a 250°
Pan di Perciasacchi dello chef Davide Cicciarella
La lezione sull’impiego dei grani antichi siciliani, oltre alle dosi ed alla manipolazione, sottintende la grande voglia di divulgare, da parte nostra, e di apprendere, da chi con attenzione ci ascolta, le nostre radici culturali.
Il corso per professionisti che si è svolto pochi giorni fa, è nato dalle numerose richieste di chef, panettieri e pizzaioli che nonostante i molti anni di esperienza si ritrovano a dover mettere in discussione le tecniche acquisite in fase di formazione, che coi nostri grani antichi si scontrano e falliscono.
Questo vale per coloro che sono sempre attenti all’innovazione, al cambiamento nei gusti, ai nuovi trend. Ma vale specialmente per quei ristoratori sensibili ed attenti alla provenienza ed alla qualità della materia prima.
Forte è l’attenzione in questo momento sul tema “made in Sicily”, e vincenti sono i (bravi) Chef che selezionano con rigore gli ingredienti da trasformare.
Poter servire in un prestigioso ristorante un pane auto-prodotto, e presentarlo come frutto del lavoro sinergico tra un agricoltore, un grano, un mugnaio ed un artigiano, è il traguardo per l’evoluzione siciliana.
Davide Cicciarella, da chef a bakery chef, ha ormai una padronanza invidiabile in fatto di semole integre da grani antichi siciliani e lievito madre, ed ha trasmesso ai colleghi corsisti tutta la sua passione ed i suoi segreti.
Simenza-cumpagnia siciliana sementi contadine, che patrocina i corsi, un pò come una mamma ci supporta e guida.
Le aziende sponsorizzano dietro una mia accurata selezione.
In questo corso, ancora una volta, le varietà di grani maiorca, russello, perciasacchi, tumminia del mulino a pietra Antichi Granai.
Con le quali abbiamo sfornato pane, pizza e focacce eccezionali, profumate e buonissime.
Ospite sempre gradito il Caseificio La Cava - pregìati di gusto, con il primo sale tipicamente nostrano, che abbiamo fuso tra strati di morbida focaccia, ed i bocconi di mozzarella fiordilatte, che hanno reso la pizza un piatto gourmet. Marchio della caseificazione d’alto livello, perfetto connubio tra tradizione ed innovazione.
Per la prima volta Casa Morana, il pomodoro siciliano trasformato in una passata fresca e profumata.
Un’azienda che propone la passata per pizza come fosse fatta in casa.
Tanta cura ed attenzione nella trasformazione del pomodoro, che solo chi conosce la qualità ed i sapori autentici può apprezzare.
D’obbligo dunque un ringraziamento ad ognuna delle aziende.
Con Davide Cicciarella, vi regaliamo la ricetta di un buonissimo pane!
Pane di Perciasacchi integrale Antichi Granai
Ingredienti:
1 kg Perciasacchi integrale Antichi Granai
700 gr di acqua (circa)
100 gr lievito madre
18 gr sale
20 gr olio evo
Preparazione:
Sciogliere nell’acqua 700 gr di farina, lasciare riposare nello stesso contenitore per circa 20 min.
Trascorso il tempo di riposo aggiungere il lievito madre impastando ancora per far amalgamare bene.
Aggiungere dunque la restante farina e, una volta ben incorporata versare il sale.
Infine l’olio extravergine d’oliva.
In una ciotola scoperta da pellicola lasciare riposare l’impasto per 2 ore.
Versare l’impasto su un piano da lavoro e passare dunque alla formazione dei panetti. Riporre a lievitare per 2/3 ore.
La cottura del pane dipende dal forno impiegato, in un forno domestico generalmente va cotto alla temperatura massima per un tempo non inferiore ai 45 min.