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Pasta con le sarde e il finocchietto
La pasta con le sarde ed il finocchietto selvatico è un primo piatto ricchissimo di sapori robusti e profumi assolutamente siciliani.
Esiste una versione catanese, una palermitana e le mille sfaccettature isolane. Ma gli ingredienti imprescindibili sono le sarde ed il finocchietto, entrambi presenti in questa stagione.
L’amalgama di tutti gli ingredienti che caratterizzano questo piatto, rende un gusto che non ha paragoni. L’aroma sprigionato dal finocchietto e la polpa dal sapore molto intenso della sarda, che sa di mare selvaggio, restituiscono ai sensi una porzione di mediterraneo.
La ricetta della pasta con le sarde ed il finocchietto include sempre i pinoli e l’uvetta sultanina, che equilibrano in dolcezza. Il formato di pasta ideale è lo spaghetto grosso. Grazie alla ruvidità della farina integra di perciasacchi Antichi Granai, tutto l’aroma del condimento viene assorbito fino al cuore della pasta.
INGREDIENTI
500 gr spaghetti perciasacchi Antichi Granai
500 gr sarde freschissime
1 mazzo di finocchietto selvatico
2 cipollette fresche
30 gr pinoli
30 gr uvetta sultanina
1 cucchiaio concentrato di pomodoro
150 gr farina perciasacchi Antichi Granai
Olio evo
Sale
Pecorino grattugiato
PREPARAZIONE
- Lavare per bene il finocchietto, sbollentarlo in acqua salata, scolare, tritare e mettere da parte tenendo l’acqua di cottura.
- Pulire le sarde togliendo la testa, la lisca e la coda, sciacquare bene con acqua e sale ed asciugarle su carta assorbente.
- Sistemarle in un colapasta ed infarinarle. Sbattere lo scolapasta per eliminare la farina in eccesso.
- In una padella antiaderente far scaldare abbondante olio, quando è bollente friggere le sarde finchè saranno ben dorate. Dunque toglierle dalla padella con un mestolo forato e sistemare su carta assorbente.
- Sciogliere il concentrato di pomodoro con un bicchiere d’acqua tiepida.
- Sciacquare l’uvetta con abbondante acqua calda, poi tenere in ammollo con acqua tiepida per almeno 10 minuti.
- Ricoprire il fondo di un tegame con olio evo e soffriggere la cipolletta tritata, il finocchietto, i pinoli e l’uvetta ben strizzata. Aggiungere le sarde, amalgamare con il concentrato di pomodoro, mescolare bene e lasciare insaporire il tutto a fuoco basso per almeno 15 minuti, mescolando ogni tanto
- Nell’acqua di cottura del finocchietto cuocere gli spaghetti per 10 min., poi scolarli lasciando un po' d’acqua di cottura, versarli nel tegame con il condimento e mantecare amalgamando con qualche cucchiaio dell’acqua di cottura.
- Aggiungere la quantità di pecorino desiderata e servire.
Gnocchi con crema di fave e pomodorini
Succulenti, sostanziosi e perfetti con ogni sugo, gli gnocchi di patate sono tra i primi piatti più amati della tradizione gastronomica italiana.
La ricetta di questo primo piatto italiano, che però può benissimo diventare un piatto unico, non è uguale mai. E naturalmente qui la chicca è la farina integrale di perciasacchi Antichi Granai, dunque una vera specialità perché regala un gusto unico ed inimitabile.
Per ottenere gnocchi morbidissimi ed allo stesso tempo compatti, il segreto è utilizzare le patate a pasta gialla che assorbono molta acqua. Inoltre questa tipologia di patata è più dolce rispetto alle altre. Ed al contrario che per la ricetta tradizionale con semole raffinate, questo è il segreto per preparare gnocchi perfetti con la farina integrale di perciasacchi.
La ricetta degli gnocchi con la farina integrale di perciasacchi non prevede l’impiego dell’uovo, ed è così adatta anche per chi ne è intollerante.
Una volta preparati sono infiniti i modi in cui poterli condire, qui una ricetta con ortaggi di stagione.
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INGREDIENTI
Per gli gnocchi
400 gr patate a pasta gialla già cotte
200 gr farina integrale di perciasacchi
½ cucchiaino da thè di sale
Per il condimento
400 gr di fave fresche già sbucciate
Qualche ciuffo di finocchietto selvatico
300 gr pomodorini freschi pachino
1 cipolletta fresca
Olio evo
Sale
Ricotta salata
PREPARAZIONE
Gnocchi
- Bollire le patate, quando saranno molto morbide scolarle, togliere la buccia e pesare il quantitativo necessario.
- Passarle caldissime nello schiacciapatate facendole cadere in un recipiente. Aggiungere il sale e la farina, impastare.
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- Trasferire l’impasto su una spianatoia di legno e continuare a lavorare finchè non diventa liscio ed omogeneo.
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- Allungare l’impasto con entrambe le mani, poi ricavare dei filoncini e suddivideteli, con l’aiuto di un coltello o di un tagliapasta, in ulteriori cilindretti di circa un cm.
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- Facendo una leggera pressione con il palmo della mano, trascinateli sul riga gnocchi per ottenere la classica forma. (Oppure dare forma arrotondata coi palmi delle mani).
Condimento
- In un tegame, cuocere a fuoco lento con un po' d’acqua le fave ed il finocchietto, aggiustando di sale.
- Quando le fave saranno cotte e l’acqua si sarà ristretta, trasferire in un boccale d’acciaio e lasciare intiepidire. Aggiungere poi un due cucchiai d’olio evo e passare al mixer.
- Soffriggere in una ampia padella antiaderente l’olio e far dorare la cipolletta tagliata sottilissima. Nel frattempo lavare e mondare i pomodorini, tagliarli in quarti e soffriggerli in padella con la cipolla per circa 15 min., coprendo con il coperchio.
- Portare a bollore l’acqua in una pentola capiente, salare e tuffare gli gnocchi. Non appena questi ultimi verranno a galla, scolarli, tenendo da parte mezzo bicchiere di acqua di cottura.
- Versare sul fondo della stessa pentola la purea di fave, amalgamare con l’acqua di cottura e poi aggiungere gli gnocchi e condirli mescolando delicatamente. Trasferirli subito nella padella e far assorbire il sugo di pomodorini, mantecando per 2 min.
- A piacere condire con ricotta salata grattugiata.
Torta salata con verza e patate
La pasta brisee è un impasto molto semplice, che diventa la base di innumerevoli ricette di torte salate. E’ una classica preparazione della cucina francese, ma da tempo è entrata a pieno regime nei ricettari italiani
La ricetta della pasta brisee prevede pochi ingredienti ed un tempo di preparazione breve, può benissimo sostituire la pasta sfoglia, ed è anche un’ottima soluzione per chi è intollerante al lievito.
Sebbene abbia un gusto neutro, con la farina da grano perciasacchi, il suo sapore diventa ricco e nell’insieme esalta tutti gli ingredienti della farcitura. Questa farina integrale bio è molto versatile ed in questo impasto sprigiona un grande aroma.
L’abbinamento verza e patate è pure un classico ma della gastronomia italiana, ed è già molto gustoso, così rinchiudere questi ingredienti in uno scrigno friabile di pasta brisee, renderà irresistibile a tutti, anche ai bambini, una ricetta vegetariana perfetta per tutti i giorni ma anche per occasioni speciali.
INGREDIENTI
Per la pasta brisee
400 gr farina di perciasacchi Antichi Granai
180 gr burro
120 gr acqua
1 cucchiaino scarso di sale marino
Per il ripieno
600 gr patate
500 gr verza
200 gr pomodori pelati
1 cipolla
100 ml vino rosso
200 gr formaggio semistagionato
Sale
Olio evo
PREPARAZIONE
Pasta brisee
Riunire in un mixer il burro morbido a cubetti e la farina, amalgamare. Unire l’acqua ed omogeneizzare l’impasto, alla fine aggiungere il sale.
Avvolgere il panetto in una pellicola e riporre in frigo per mezz’ora (o fino al tempo in cui sarà pronto il ripieno).
Ripieno
In una pentola capiente sistemare le patate, aggiungere acqua fredda fino a ricoprirle tutte, coprire con il coperchio e cuocere finchè saranno morbide ma sode. Scolare e lasciare intiepidire, poi togliere la buccia, tagliarle a cubetti e condire con olio e sale.
Mondare e tagliare a strisce la verza, trasferirla in un tegame aggiungendo un po' d’acqua, fare cuocere coprendo con il coperchio. Quando sarà pronta scolare e mettere da parte.
Nello stesso tegame soffriggere la cipolla tagliata finemente ed aggiungere poi i pomodori. Lasciare cuocere con il coperchio per circa 20 min.
Versare la verza ed amalgamare, sfumare con il vino rosso e lasciare cuocere ancora per 10-15 min.
La pasta briseè va tolta dal frigo 10 min. prima dell’utilizzo.
Dividere in due il panetto, una parte sarà più piccola.
Stendere la parte più grande direttamente su cartaforno, poi sistemare in una teglia del diametro di 22 cm.
Bucherellare il fondo con una forchetta, poi sistemarvi le patate. Versare dunque uno strato di verza.
Cospargere con il formaggio tagliato a cubetti e versare ancora sopra la verza restante.
Stendere l’altra parte di impasto e chiudere la torta, rifilando bene i bordi.
Cuocere per circa 50 min. a 170°
Lasciare riposare almeno mezz’ora prima di servire.
Piadina all'olio d'oliva
La ricetta della piada romagnola parla siciliano con la farina da grano duro perciasacchi!
Già, perché siamo così ghiotti di impasti da fare nostre anche tutte le ricette oltre lo stretto che ci piacciono di più. La mia ricetta della piadina romagnola-siciliana è nella versione light, ovvero con l'olio evo al posto dello strutto. E inoltre la farina biologica di perciasacchi Antichi Granai è integrale, dunque leggera e ricca di fibre.
E' molto semplice con questa ricetta preparare a casa la piadina, il procedimento è facile e veloce e tra gli ingredienti non c’è il lievito, dunque un’ottima soluzione per sostituire il pane o la preparazione del pane quando non si ha lievito.
INGREDIENTI
(per 4 piade)
250 gr farina biologica perciasacchi Antichi Granai
130 gr acqua
25 gr olio extravergine d'oliva
1 cucchiaino sale
PREPARAZIONE
- Versare la farina in una ciotola, aggiungere il sale e l’acqua, iniziare ad impastare, e poi aggiungere anche l’olio.
- Impastare fino ad ottenere un panetto liscio ed elastico.
- Ricoprire con un canovaccio e lasciare riposare almeno mezz’ora.
- Spostare l’impasto sulla spianatoia e dividerlo in quattro parti uguali.
- Lavorare ogni porzione in modo da creare una pallina, quindi schiacciarla con il palmo della mano
- Poi stirare con il mattarello lungo (lo trovi qui https://amzn.to/2ySxj3n) fino a che raggiunga lo spessore di 2-3 mm.
- Procedere così con ogni porzione di pasta.
- Scaldare una padella antiaderente e cuocere le piade una alla volta, su entrambi i lati, rigirandole spesso.
- Farcire a piacere.
Pane integrale con lievito madre
La ricetta del pane fatto in casa è quella più richiesta in questo periodo, e quella con lievito madre è il massimo per chi vuole realizzare un ottimo prodotto. Ma non tutti dispongono del lievito madre e per questo c’è bisogno dell’alternativa ovvero il lievito di birra.
Per fare il pane però servono anzitutto farine di altissima qualità, come queste che utilizzo qui: perciasacchi e russello integre Antichi Granai.
E sicuramente l’unione fa la forza…ed il gusto! Per questo preferisco miscelare più varietà di grani antichi siciliani ed ottenere sfumature di gusto intense e sempre particolari.
La ricetta del pane con lievito madre che vi propongo qui, ha un procedimento medio lungo e prevede più lavorazioni dell’impasto, però il risultato è garantito, e per adesso che di tempo a disposizione ce n’è tanto è meglio approfittarne per imparare l’arte! E per capire meglio tutti i passaggi ti consiglio di guardare il video tutorial che ho realizzato su youtube https://urly.it/354j3
Dai un’occhiata anche alla ricetta di pane solo perciasacchi https://urly.it/354hw
INGREDIENTI
600 gr farina russello Antichi Granai
400 gr farina perciasacchi Antichi Granai
750 gr acqua
100 gr lievito madre (o 10 gr lievito di birra)
20 gr sale
PREPARAZIONE
Il procedimento di preparazione e lievitazione ha durata di circa 8 ore, che potrebbero protrarsi in giornate molto fredde o al contrario accorciarsi di un’ora circa d’estate.
- Per prima cosa, spezzettare il lievito e scioglierlo in tutta l’acqua con le mani.
- In un’altra ciotola miscelare per bene le farine, poi piano piano versarle nella ciotola con l’acqua e nel frattempo iniziare a lavorare con le mani, per far prendere tutta l’acqua alla farina.
(in planetaria versare l’acqua con il lievito sulla farina ed impastare per circa 5-8 minuti)
- Aggiungere il sale in due riprese ed impastare con i pugni, per almeno 20 minuti.
- Quando l’impasto è abbastanza elastico ed omogeneo, stendere su una spianatoia e fare le pieghe a tre per due volte.
- Chiudere tutte le pieghe e creare un panetto, riporre in una ciotola con il fondo già infarinato, coprire con un canovaccio umido e far lievitare in forno spento per tre ore.
- Riprendere l’impasto e fare di nuovo due giri di pieghe a tre, procedere come prima in ogni passaggio e far lievitare ancora 3 ore.
- Togliere l’impasto lievitato dal forno e capovolgere sulla spianatoia infarinata
- Dividere l’impasto in 4 parti se si preferisce un pane più basso, altrimenti in due.
- Procedere alla formatura dei filoni e riporli su carta forno infarinata
- Coprire con canovacci puliti e lasciare lievitare ancora due ore
- Preparare il forno alla massima temperatura, incidere i filoni con dei tagli ed infornare per un’ora.
Pan d'arancio
Il pan d'arancio è un dolce tipico della tradizione siciliana, che conquista perché è semplice ma pieno di gusto, il gusto marcato ed intenso dell’agrume.
La particolarità consiste nell’impiego del frutto per intero, dunque non il succo o la scorza, ma l’aggiunta nell'impasto di arance intere, buccia compresa. Questo fa in modo che il sapore d’arancia nella della torta sia molto intenso. La condizione necessaria è però che si tratti di arance da coltivazione biologica, non trattate in superficie.
Quindi, oltre ad essere un dolce delizioso è anche un modo goloso per utilizzare eventuali arance molto mature.
Il pan d'arancio si realizza in modo facile e veloce e tutti possono prepararlo, basta avere a disposizione un buon mixer che possa frullare bene le arance, ed una frusta elettrica.
Ho utilizzato una varietà di arance bio siciliane dalla polpa e dalla buccia più scura, chiamata appunto “il moro”, ma purchè sia biologico vanno bene anche altre varietà.
La torta di arancia, morbida ma piacevolmente umida, è perfetta per la colazione e la merenda.
INGREDIENTI
400 gr arance bio
280 gr farina di maiorca Antichi Granai
120 ml latte
100 ml olio di semi
230 gr zucchero
4 uova
2 cucchiaini di lievito per dolci
½ bacca di vaniglia
Un pizzico di sale
Per decorare
Marmellata bio d’arance
Scorzette candite
PREPARAZIONE
- Lavare, asciugare e tagliate le arance a spicchi, quindi a pezzi, senza sbucciarle. Privarle dei semi e raccoglierle in un mixer insieme all’olio e al latte.
- Montare le uova con lo zucchero, la polpa prelevata dalla bacca di vaniglia, ed un pizzico di sale, per circa 10 min o comunque finchè non risulterà un composto bianco e spumoso.
- Versare a cucchiai la farina setacciata con il lievito, continuando con la frusta finchè avrà incorporato tutta la farina.
- Aggiungere l’emulsione di arance, e amalgamare ancora con la frusta l’impasto.
- Foderare una teglia del diametro di 22 cm, versare l’impasto e cuocere a 180° per 50 min.
- Decorare con un velo di marmellata e scorzette candite.
Pizza in teglia con lievito madre
E’stata una sorpresa emozionante ricevere quel pacco, sebbene in qualche modo mi era stato preannunciato.
Già, perché quando Stefano Caccavaris, fondatore di Mulinum, mi inviò un messaggio Instagram chiedendomi l’indirizzo di casa, era certo che qualcosa di buono sarebbe arrivato presto con il corriere.
E il corriere arrivò più o meno presto, con un grosso pacco a stampa Mulinum, che non ho avuto neanche un minuto di suspance perché il logo con forma di macina a pietra trionfava sulla faccia più larga dello scatolone. Ma cosa ci ho trovato dentro? E cos’altro potevo trovare? Le mie amate farine da grani antichi! Certo questa volta non si trattava di grano siciliano, ma di quello dei nostri vicini calabresi.
Si è rivelata una impresa di grande successo, quella intrapresa da Stefano nel 2016, quando lanciò una raccolta fondi per realizzare il primo mulino dei contadini in Calabria. E il successo è cresciuto ogni anno, spingendo la Toscana prima, ed ora anche il Salento, a realizzare lo stesso progetto per i produttori di grani antichi locali.
Ma qual è la grande forza di Mulinum? Per prima cosa è una grande e fitta rete, un patto di amore per la terra ed il lavoro artigianale, che ha formato agricoltori, mugnai e panificatori i quali lavorano in sinergia per offrire il pane ed i prodotti da forno più buoni e genuini di sempre.
Mulinum sono i campi di grano, e una romantica struttura con grandi macine a pietra ed il forno di fronte. Tutto il processo di produzione è a vista, e per me che ci sono stata è uno spettacolo rimanere lì a guardare con quanta cura e amore preparano un pane buonissimo.
Certamente vi svelo cosa c’era nel pacco! Non volevo nascondere nulla ma prima era fondamentale spiegare il progetto che spero realizzeremo anche in Sicilia.
Vi elenco quali varietà di grani antichi calabresi Stefano mi ha inviato: aperto lo scatolone, per primi ho visto due grani teneri: maiorca e verna, poi è spuntato fuori il senatore cappelli, e infine è arrivata la segale.
Ora, avendo io già una discreta conoscenza di tutte le varietà fuorchè Verna, quale pensate abbia voluto provare per prima? Ma naturalmente questo sconosciuto grano tenero è immediatamente finito in planetaria e tra le mie mani, per diventare una pizza che si è rivelata strepitosa.
Concludo la prima parte del racconto Mulinum, e passo alla ricetta che ho messo a punto per onorare il regalo più che gradito ricevuto da Stefano, che ringrazio ancora di cuore.
PIZZA IN TEGLIA MULINUM
INGREDIENTI
1 kg farina da grano tenero MULINUM varietà verna
750 gr acqua
80 gr lievito madre
2 cucchiai olio evo per l’impasto
PREPARAZIONE
- Sciogliere il lievito in una parte d’acqua, poi versare nella planetaria insieme alla farina ed alla restante acqua, avviare l’impasto e dopo un paio di minuti aggiungere il sale e poi l’olio evo.
- Lasciare impastare in macchina non più di 5 min., poi spegnere, coprire l’impasto e far riposare per 15 min.
- Trasferire l’impasto su una spianatoia, con l’aiuto della spatola fare un paio di giri di pieghe a tre, poi formare un panetto e trasferirlo in una ciotola di plastica molto capiente. Coprire bene con pellicola e riporre in frigo per 20 ore.
- Togliere dal frigo l’impasto, lasciare a temperatura ambiente e dopo un’ora riportare sulla spianatoia per ripetere l’operazione delle pieghe. Dunque riporre nuovamente nella ciotola per altre due ore.
- Preparare alcuni fogli di carta forno, ed una tazza con olio evo. Con le mani unte d’olio prelevare porzioni di pasta e stenderla con i polpastrelli sulla carta forno. Non serve mattarello, è un impasto ad alta idratazione e pertanto lavorabile agevolmente a mano, intingendole spesso nell'olio.
- Lasciar riposare in teglia, condire a piacimento e cuocere nella parte bassa del forno a 220°.
Torta morbida al cioccolato
Questa Torta golosissima, morbida e fondente, è assolutamente irresistibile per chi ama il cioccolato.
Perchè la torta morbida al cioccolato fondente si scioglie in bocca con la sua consistenza cremosa.
Dunque è perfetta a colazione, ottima a merenda ed in qualsiasi momento ci si voglia concedere una coccola speciale, per qualunque membro della famiglia. Infatti la torta al cioccolato fondente è una ricetta che conquista grandi e bambini, ma per gli amanti del cioccolato è un must. Vedrete che la sua scioglievolezza conquisterà chiunque.
Gli ingredienti sono pochi e tutti di alta qualità, la farina è maiorca biologica di Antichi Granai (https://www.antichigranai.com), i grani antichi siciliani biologici.
L’ultima volta che ho postato una ricetta con cioccolato è stato molto tempo fa, quando ho preparato la bavarese alla cioccolata di modica (leggi la ricetta https://bit.ly/2wBySkV)
Di seguito i svelo tutti i passaggi per realizzare una ricetta perfetta per tutte le occasioni. Seguendo le istruzioni passo passo sarà sempre un successo assicurato!
INGREDIENTI
250 gr cioccolato fondente
150 gr burro
130 gr zucchero
50 gr farina di maiorca Antichi Granai ( https://bit.ly/2W3cBY5)
2 cucchiaini di lievito in polvere
4 uova bio
Un’arancia biologica
Un pizzico di sale
Per spolverare: zucchero a velo oppure cacao e cannella
PREPARAZIONE
1 - Qualche ora prima della preparazione, togliere dal frigo il burro e le uova e portare a temperatura ambiente.
2 - Spezzettare il cioccolato, ridurre il burro già morbido a tocchetti e sciogliere insieme in una casseruola a bagnomaria. Poi lasciare intiepidire.
3 - Eliminare la scorza dall’arancia, senza la parte bianca. Tritare insieme allo zucchero nel Bimby per 20 secondi a velocità 10.
In alternativa, utilizzare zucchero a velo e grattugiare la scorza con apposita grattugia.
4 - Setacciare la farina con il lievito.
5 - Separare i tuorli dagli albumi. Aggiungere un pizzico di sale agli albumi e mettere da parte.
6 - Versare lo zucchero all’arancia nei tuorli (o lo zucchero a velo e la buccia grattugiata). Montare con la frusta elettrica finché il composto diventa bianco e spumoso (almeno 10 min.)
7 - Versare sul composto, in due o tre riprese, la farina e continuare a mescolare con un cucchiaio.
8 - Aggiungere la crema di burro e cioccolato, amalgamare continuando con il cucchiaio.
9 - Con la frusta pulita, montare gli albumi a neve ben ferma.
10 - Aggiungere i bianchi al composto, e lentamente far amalgamare tutto, impastando dal basso verso l’alto, lentamente, per fare incorporare gli albumi in modo omogeneo. Lavorare finché non ci saranno più grumi, ma sempre lentamente.
11 - Foderare una teglia del diametro di 22 cm e versare l’impasto.
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12 - Cuocere in forno ventilato a 175° per 30 min.
13 - Lasciar raffreddare e sformare. Spolverizzare con zucchero a velo o cacao e cannella.
Chiacchiere alla siciliana
Carnevale è la festa del piacere,
del libero arbitrio, ma soprattutto dalla liberazione dei sensi di colpa.
Ed è per questo che da nord a sud, storicamente, in febbraio friggiamo dolci e li condividiamo allegria.
Chiacchiere - la parola inflazionata del mese.
E’il raviolo fritto che più ha avuto successo e distribuzione in tutta Italia.
Si affianca ad ogni ricetta regionale, quasi come il panettone.
Anzi, probabilmente ha eclissato altre preparazioni tradizionali come i cutumè di cui vi ho scritto la ricetta recentemente https://bit.ly/2SzNeee.
Cutumè
Io, Federica Genovese, devo sicilianizzare ogni ricetta passi per le mie mani. Per cui le mie (che spero diventeranno anche vostre) chiacchiere, hanno tutti gli ingredienti di origine della mia terra.
Ma la chicca è il marsala, il vino liquoroso. Assieme alla scorza grattugiata di arance bio e la farina da grani antichi siciliani.
La differenza tra la ricetta delle chiacchiere, ed altri dolci fritti di carnevale, sta nella consistenza. Le prime sono croccanti, friabili, sottili.
Tutte le altre ricette invece presentano frittelle morbide,
poi cosparse di zucchero semolato oppure di miele, come questi bocconcini semplici ma sfiziosissimi (qui la ricetta https://bit.ly/2SAtVRO).
Ma pure quelle ancor più golose farcite di crema o ricotta, come le succulente bignole (ricetta qui https://bit.ly/38Ebpxw ).
E’ un panorama abbastanza ampio, e ci si può sbizzarrire per accontentare i gusti di tutti.
Ma oggi, chiacchiere!
INGREDIENTI
- 1 kg farina di Farro monococco o Maiorca Antichi Granai
- 70 gr zucchero
- 150 ml marsala
- 100 gr burro
- 4 cucchiai olio evo
- 3 uova
- Buccia grattugiata di un’arancia bio
- Zucchero a velo per spolverare
- Olio per friggere
PREPARAZIONE
Nella planetaria versare la farina, lo zucchero ed il burro (questo deve essere morbido, quindi toglierlo dal frigo almeno un’ora prima), ed avviare la macchina.
Aggiungere la scorza grattugiata dell’arancia, poi in sequenza le uova, il marsala e l’olio extravergine d’oliva.
Se serve, ovvero se l’impasto è troppo duro, aggiungere un altro uovo.
Quando l’impasto è omogeneo ed elastico, togliere dalla ciotola della planetaria e riporre su una spianatoia leggermente infarinata.
L’ideale è spianare la pasta con l’apposita macchina, la “nonna papera”, perché la foglia deve essere sottilissima, quindi posizionate la macchina al livello minimo e passate l’impasto tra i rulli.
In alternativa…lavorare molto bene con il mattarello!
Quindi, con una rotella tagliapasta, ricavare dei rettangoli su cui fare degli intagli.
In un tegame ampio friggere l’olio, appena è bollente immergervi poco alla volta i rettangoli e muoverli con un forchettone o una paletta, rigirandoli.
La cottura deve essere breve altrimenti si bruceranno, per cui, appena dorate, colarle dall’olio in eccesso e riporle su carta assorbente.
Spolverare con zucchero a velo e servire.
Pasta gratinata con cavolfiore violetto
Il cavolfiore violetto è un altro regalo dell’Etna ai sui coraggiosi abitanti.
E come tutto ciò che cresce sul terreno vulcanico, ha proprietà uniche ed un sapore straordinario.
Il suo colore viola intenso, deriva dalla presenza degli antociani, le preziosissime sostanze presenti nel terreno vulcanico, che possono ridurre i danni provocati dall’azione dei radicali liberi e contrastare l’insorgere di alcune tipologie di cancro.
Nonostante il suo odore molto forte in cottura, il cavolfiore violetto ha un sapore delicato.
La causa del caratteristico odore sprigionato durante la cottura, è la presenza dello zolfo. Ma è possibile attenuarlo spremendo nell’acqua della bollitura alcune gocce di limone, o aggiungendo una goccia d’aceto.
Le ricette a base di cavolfiore violetto nella tradizione siciliana, sono moltissime.
Dalla più semplice, che lo vuole lessato e condito con olio e limone, al famoso cavolfiore affogato, ricchissimo di gusto.
Antipasti, secondi, contorni, e, come nel caso di questa ricetta di pasta, primi piatti.
Tante sono le varianti di pasta con il cavolfiore violetto. In questa occasione, ho scelto di proporvi quella che generalmente preparo in qualche domenica d’inverno.
E’ la pasta della domenica innanzi tutto perché ci vuole un po' di tempo da dedicare alla preparazione, e poi perché la cottura va completata in forno.
E per me, la pasta al forno, è la pasta della domenica!
Ed è speciale per altri due motivi importanti. Il primo, è la presenza della “muddica atturrata” (pangrattatto abbrustolito).
Il secondo è l’unione felice con i prodotti da grani antichi siciliani.
Le penne di perciasacchi semintegrale Antichi Granai (acquistabili al link https://bit.ly/3aTqop0), rustiche e ruvide perchè realizzate artigianalmente, assorbono tutto il gusto del condimento e lo arricchiscono dei sentori del grano perciasacchi.
Ideali da condire e poi far cuocere in forno, dove mantengono perfettamente la loro consistenza.
Ecco la ricetta!
INGREDIENTI
500 gr penne di perciasacchi semintegrale Antichi Granai
1 cavolfiore già pulito da circa 300 gr
150 gr pangrattato
100 gr pecorino stagionato grattugiato
4 filetti di acciughe sott’olio
40 gr uva passa
1 spicchio d’aglio
250 passata di pomodoro
Olio extravergine d’oliva
Sale
PREPARAZIONE
- Tagliare in quarti le cime di cavolfiore e sbollentare per circa 10 minuti in acqua salata.
Scolare con un mestolo forato, e lasciare a gocciolare in un colapasta.
Lasciare l’acqua di cottura del cavolfiore in pentola e coprire con il coperchio.
- Sciacquare l’uvetta e metterla in ammollo ad acqua tiepida.
- In un tegame ampio, soffriggere l’aglio insieme a tre filetti di acciuga, precedentemente sgocciolati.
- Versare poi la passata di pomodoro; mescolare bene per fare insaporire e far cuocere per circa 15 minuti con un coperchio. Non serve salare, il pomodoro assorbirà la salinità rilasciata dalle acciughe.
- Aggiungere il cavolfiore e l’uva passa scolata e strizzata. Cuocere per almeno venti minuti, mescolando ogni tanto.
- In un’altra padella, soffriggere un’acciuga facendola sciogliere completamente. Versarvi il pangrattato e mescolare finchè si impregnerà d’olio. Continuare a fuoco lento, mescolando di frequente, per mezz’ora circa. Dovrà essere completamente di colore bruno.
Fare riprendere bollore all’acqua di cottura del cavolfiore. Cuocervi le penne per 8 minuti. Scolare bene e versare nel tegame in cui si è cotto il cavolfiore con gli altri ingredienti. Aggiungere il pecorino e mescolare per far amalgamare bene i condimenti con le penne.
Oleare il fondo di una teglia, versare la pasta, coprire lo strato superficiale con il pangrattato e ultimare la cottura in forno a 180°.